La Battaglia di Monte Casale

(Ponti sul Mincio)

 

Inquadramento

Gli Arditi comparvero nel CIL (il Corpo Italiano di Liberazione succeduto al 1° Raggruppamento Motorizzato) il 20 marzo 1944 a Monte Castelnuovo, sulle Mainarde a fianco di Cassino, zona del Volturno. Avevano in dotazione armamento leggero e la tenuta dei paracadutisti.

    Tutti volontari, e molti decorati al valore, il loro numero non superò mai le 500 unita’. Il nucleo originario era costituito da quel battaglione "Arditi" formato nella primavera del 1942 e rifatto in seguito alla decimazione subita in Africa l’anno successivo.

    Alla data dell’8 settembre il Corpo si trovava in Sardegna e lo comandava il Ten. Col. G. Boschetti, un marchigiano energico, risoluto, pervenuto in seguito ai più alti gradi del nostro Esercito repubblicano. Nel clima di grande confusione, di caos, creato dall’improvviso, intempestivo annuncio dell’armistizio, Boschetti scelse subito la  via da seguire e a  alla testa dei suoi uomini non esitò ad aprire il fuoco sui tedeschi, subendo, fra l’altro, la perdita del Ten. medico Vincenzo Erba (fatto d’armi di Macomer, Sardegna, del 9/12 settembre 1943).

    Trasferitisi a Napoli, da Cagliari, il 9 febbraio 1 944, gli Arditi entravano a far parte del Raggruppamento Motorizzato - in seguito, come si è detto, trasformato nel CIL - mentre la loro unità, per volere dell’allora capo di S.M. Generale Messe assumeva la nuova denominazione di IX Reparto d’Assalto. Era costituito in prevalenza da settentrionali e sardi.Il  Reparto, inquadrato nel Gruppo di Combattimento «Legnano» del generale Utili, era costituito inizialmente da quattro compagnie (102^, 104^, 110^, 1 23^), comandate, rispettivamente dai capitani P. Tiezzi, Baliva (poi A. Migliaccio) e dai Tenenti A. Gagliardi e Castellani. Il plotone comando era agli ordini del Ten. Rapaccini di Roma e all’assistenza religiosa provvedeva il cappellano Don Lorenzo Bedeschi, un romagnolo di Bagnacavallo arruolatosi nel IX Reparto nel marzo 1944. Combatterono sul Volturno nel marzo-aprile 1944, in Abruzzo e nelle Marche dal maggio al giugno e nell’Appennino bolognese nel marzo-aprile1945.

    L’ultimo combattimento degli Arditi contro un reparto tedesco che col suo fuoco di sbarramento ostacolava le azioni degli Alleati sulla rotabile, avvenne a Ponti sul Mincio, a sud-ovest di Peschiera, il pomeriggio dei 30 aprile. L’azione, condotta dal capitano A. Migliaccio della 104^ Cp. in stretta collaborazione col valoroso partigiano Bruto della «Avisani»,  si concluse vittoriosamente con l’eliminazione del caposaldo nemico e la cattura dei superstiti.

    In pratica, il contributo del IX Reparto d’Assalto nella Guerra di Liberazione, daII’8 settembre 1943 all’8 maggio 1945, fu, tenuto conto dell’esiguità del suo organico, particolarmente elevato. Le perdite totali assommarono a 268 uomini di cui 50 morti in combattimento. E del resto i riconoscimenti ufficiali sia da parte delle nostre maggiori autorità militari che dei comandi Alleati, sono oltremodo eloquenti: una medaglia d’oro al Valor Militare e 18 d’argento, 1 Silver Star (americana) al V. M., 1 Bronze Star (americana) al V. M.,  41 medaglie di bronzo, 7 decorazioni polacche, 48 croci di guerra, oltre ai ripetuti encomi solenni concessi al valoroso reparto dal Gen. Utili, dal Colonne!lo Boschetti e dal colonnello De Renzi.

    La bibliografia riguardante il IX Reparto d’Assalto è abbastanza scarsa. Notizie frammentarie si possono ricavare in alcune pubblicazioni dell’Ufficio Storico del Ministero della Difesa dedicato al contributo bellico del Corpo Italiano di Liberazione. Vedi, ad esempio, il volume: I gruppi di combattimento: «Cremona», «Friuli », «Folgore», «Legnano», «Mantova» e «Piceno», edito a Roma nel 1951. Ricco di notizie, corredato dall’elenco completo dei caduti, indubbiamente il miglior contributo sulla storia di questo reparto (anche se difficile da reperire) è l’opuscolo Gli Arditi del IX Reparto d’Assalto, pubblicato a Bologna a cura del Comitato per le ce!ebrazioni del XX Anniversario della Resistenza.

 

L'ultimo combattimento

    Ebbe luogo a Ponti sul Mincio (Mantova) il pomeriggio del 30 aprile. Storicamente fu quello l’ultimo scontro fra Arditi e  tedeschi ed anche l'ultimo fatto d'armi della guerra di Liberazione in Italia. Si svolse in collaborazione con i  partigiani della Formazione "Avisani". Tra i sette morti lasciati sul campo (gli ultimi della tragedia) c’erano cinque Arditi (Serg.Magg. Giorgio Orcesi, Ardito Enrico Benedetti, Ardito Mario Galbusera, Ardito Antonio Quaranta e Ardito Luigi Marcon), un italo-americano (R. Carlson) che si era unito agli italiani e due partigiani ( Campeggi e Parolini).  Nuova_pagina_1.htm

     Il mattino del 30 aprile 1945, una colonna di carri cingolati del 68° Reggimento Fanteria "Legnano" percorreva la rotabile Verona-Brescia per raggiungere gli altri reparti del reggimento, che si trovava già a Brescia dalla sera precedente.

In testa alla colonna cingolata era la 104^ Compagnia Arditi del IX Reparto d’Assalto, seguita a distanza dalla  4^ e 8^ del rgt. Giunta a Peschiera, alle 12 circa, la Compagnia Arditi sostava per riprendere dopo un’ora di fermata il movimento verso Brescia. Mentre la popolazione festante si stringeva calorosamente intorno ai soldati, manifestando la sua gioia per la fine dell’oppressione nazista e dell’incubo della guerra ormai vicina a concludersi, un capitano del Comando II Corpo d’Armata americano, del quale faceva parte il Gruppo di Combattimento "Legnano", si presentava al comandante della Compagnia Arditi e gli chiedeva di intervenire con i suoi Arditi nella zona di Ponti sul Mincio, a Sud-Ovest di Peschiera, per attaccare ed eliminare un reparto tedesco che, sistemato in favorevole posizione su Monte Casale, interdiceva col suo fuoco il movimento alleato sulla rotabile.

    Il comandante della Compagnia Arditi aveva l’ordine di raggiungere Brescia, ove il suo battaglione poteva anche aver bisogno della sua opera; d’altra parte un diniego alla richiesta dell’ufficiale americano sarebbe sembrato come il volersi sottrarre al combattimento in un eccezionale imprevisto momento di bisogno.

    Ecco il resoconto.

    Sicuro di interpretare il pensiero dei miei superiori (e ne avevo infatti poi conferma nel biglietto pervenutomi dal Comandante di battaglione Ten. Col. Guido Boschetti, che iniziava testualmente: «Hai fatto bene ad intervenire»..., decidevo di aderire alla richiesta e di attaccare il reparto tedesco. Informavo peraltro il Ten. Col. Boschetti di quanto mi era stato richiesto e delle mie decisioni.

    Guidato fino a Ponti sul Mincio dal capitano americano, prendevo contatto sul posto col valoroso comandante "Bruto" della formazione partigiana "Avisani". Questa, fin dal mattino, aveva impegnato i tedeschi ed aveva loro tenuto validamente testa, col sacrificio di due uomini. I tedeschi, un’ottantina, erano sistemati a difesa sul Monte Casale, che lega il suo nome alla Brigata "Casale" che vi combatté durante la 1^ Guerra per l’indipendenza.

    I tedeschi, appartenenti alla Flack ed alle SS, sfruttavano abilmente le postazioni, le trincee ed i camminamenti ivi approntati da tempo durante la guerra per una batteria contraerei, che vi era dislocata.

    Stabilito il dispositivo per l’azione della compagnia, dopo una breve ed intensa preparazione del plotone mortai da 3 pollici e con l’accompagnamento anche del plotone cannoni da 57/50 e di una mitragliatrice 12,7 americana, il plotone assaltatori partì all’attacco. L’assenza del ten. Pacini, C.te del plotone, mi indusse ad assumere io stesso il comando degli Arditi che andavano all’assalto della posizione.

    Alle 13,30 l’azione ebbe inizio. Attaccammo l’avversario frontalmente e sul suo fianco destro. I partigiani, sulla nostra destra, tenevano da quella parte impegnato il nemico. La forza del plotone all’attacco superava di poco i 30 uomini, compresi gli Arditi volontariamente offertisi dal pl. mortai, dal pl. cannoni e dai piloti dei carri.

    Credo che non esista, per un comandante di reparto, soddisfazione più grande di quella di vedersi seguito a gara dai suoi uomini nel momento supremo, quando si va incontro alla morte. E' anche da considerare che, agli ultimi 5 minuti di guerra, per buttarsi contro le mitragliatrici nemiche occorre certamente un coraggio maggiore che non ai primi 5 minuti, quando tutto è incerto nel futuro.

    Attraversammo di corsa, a sbalzi, la radura erbosa che si estendeva dalla strada al margine del bosco e sembrò un miracolo ritrovarci in mezzo agli alberi quasi senza perdite (un solo Ferito), nonostante la tempesta di fuoco scatenata addosso a noi dalle posizioni nemiche. Mentre i nostri mortai allunga-vano il tiro, cominciammo l’attacco nel bosco. L’avversario si difendeva con abilità ed ostinazione, deciso a vendere a caro prezzo la sua pelle. Arrancavamo strisciando verso le posizioni scaglionate in profondità. I tedeschi, ben mascherati e protetti, ci tenevano sotto un violento fuoco e non era facile individuarli e snidarli dalle loro buche. Ci imbattemmo, ad un tratto, anche in un reticolato, una lunga "siepe semplice" posta nel bosco come limite di proprietà ed abilmente sfruttata dai tedeschi. Dovemmo superarla strisciandovi sotto, perché il primo che si accinse a scavalcarla fu fulminato da una raffica: l’Ardito Marcon, volontario del pl. cannoni.

    Alle 15,30 già 3 morti e 2 feriti da parte nostra.

    Crepitio di mitra; gracchiare rabbioso di mitragliatrici; schianto di esplosioni di bombe e di granate; miagolii di pallottole; tonfi sordi di rami tranciati dalle raffiche; foschia di polvere e di fumo; compagni che cadono per non più rialzarsi; lamento dei feriti: questa la scena vissuta per oltre tre ore.

    Gli Arditi serrano sotto; si combatte a distanza ravvicinata; si assalta con bombe a mano e coi pugnali, di postazione in postazione. I tedeschi, che si arrendono con le armi in pugno, hanno un aspetto che denota accanimento e disperazione.

    Alle 16,45 circa è ferito il tenente delle SS comandante del reparto tedesco; si tratta indubbiamente di un prode soldato, che ha saputo imporsi ai suoi uomini fino all’ultimo ed anirnarne fanaticamente la resistenza. i. tedeschi sono ormai all’estremo ed il loro morale comincia a vacillare. Un ultimo assalto degli Arditi e poi la vittoria, che premia la loro audacia ed aggressività.

    Rastrellato il terreno, ci raduniamo  presso una casetta sforacchiata dalle granate da 57/50. Sappiamo che 5 sono i nostri Caduti durante l’azione; il 6° è il soldato americano Robert Carlson che, vedendo gli Arditi partire di corsa all’attacco, si era spontaneamente aggregato alla squadra del Serg. Magg. Speltini, seguendo un generoso impulso. Gli Arditi feriti sono 4.

    Ritorniamo sui nostri passi: ricerchiamo nel bosco i nostri eroici compagni morti e feriti. Con l’aiuto dei mortaisti e dei cannonieri li portiamo giù alla strada. Là carichiamo i Caduti sui carri cingolati, mentre i feriti sono avviati all’Ospedale di Lazise sul Garda. La Compagnia si ricompone in colonna, dietro ai Morti; sugli altri carri, gli equipaggi mescolati ai prigionieri tedeschi catturati. Sui volti di tutti noi traspare il profondo accoramento per i compagni immolatisi nell’adempimento del dovere, mentre la guerra ormai è al termine. Riprendiamo il movimento verso Brescia, salutati e benedetti dalla popolazione di Ponti sul Mincio.

    Gli Arditi erano caduti in umiltà e semplicità, col nome dell’Italia sulle labbra. Sentimmo tutti, durante l’assalto, Benedetti gridare a voce alta: «Viva l’Italia! », e lo vedemmo mentre, avvinghiati lui e un soldato tedesco si pugnalavano a vicenda, rotolando insieme sulle zolle insanguinate.

 

Cap. Agostino Migliaccio,            Cte della 104^ compagnia                 

Nato a Forio d’Ischia nel 1914. Allievo dell’Accademia ‘Militare di Modena e della Scuola di Applicazione di Parma. Con la Divisione «Pinerolo» partecipava alle operazioni di guerra sui fronti occidentale e greco-albanese. Ufficiale in SPE. Avvenuto l’armistizio nel settembre 1943, dopo un periodo alla macchia, passate le linee, chiedeva ed otteneva d’essere assegnato a reparti operanti nella guerra di Liberazione. Nel maggio 1944 entrava a far parte del IX Reparto d’Assalto partecipando a tutte le successive operazioni del Battaglione. Decorato di medaglia di bronzo «sul campo» per l’azione di Ponti sul Mincio.

 

Roaster della Compagnia

Cap. MIGLIACCIO Agostino DMB

Serg.Magg. STILLAVATI Donato

S.Ten. VOLPINI Leonardo

Serg. VERGANO Pietro

S.Ten. SPELTINI Franco PMG

Ard. RIPARO Fazio

Serg.Magg. BARINA Antonio

Ard. RIZZOTTI Sante

Serg.Magg. RUFFINI Giorgio

Ard. RAFFA Emanuele

Serg.Magg. D'ANGELO Domenico

Ard. SCARAMUZZA Gaud.

Serg. PAROLINI Vittorio f.

Ard. SERRA Gioacchino

Serg. SOLANA Gaetano f.

cap.magg. TITTONI Bernardino

AUC. TABOGA Virgilio

Ard. TOROS Giovanni

Ard. ABBATI Antonio

cap. VETERE Ugo

Ard. BARDELLINI Saul

Ard. ZAPPA Carlo

Ard. BIANCHI Mario

cap. FEBBRARO Antonio

Serg. BERLENDIS Tarcisio

Ard. FOSCHINI Dino

AUC. PERRONE Guido

cap.magg. GALLIANO Antonio

Ard. AMORE Alfredo f. DMB

Ard. GIULIANI Giulio

cap.magg. BATTISTA Sabino

Ard. GERUNDO Andrea

Ard. BIAGGIONI Mario

Ard. GALBUSERA M. t DMB

Ard. BURGIO Salvatore

Ard. IMPAGLIONE Giuseppe

Ard. CALA’ Salvatore

cap.magg. MERONI Relale

Ard. CALANDRELLI Antonio

cap. MARTELLI Pietro

cap. DALL’AGLIO Eramo

Ard. MANZOTTI Armando

cap. D’ONOFRIO Pasquale

Ard. MALGAVINI Antonio

S.Ten. DAL LAGO Aldo

Ard. NATALI Luciano

Serg.Magg. ROSITO Michele

Ard. OTTAVIANI Domenico

Ser.Magg. GIORGINI Giorgio

Ard. PAISANO Amerigo

Serg.Magg. ORCESI Giorgio

Ard. PROIETTI Luigi

Serg.Magg. NESTA Matteo

Ard. POMPINI Brixio

Serg. PEZZINI Ottimo

Ard.PIERATTONI Enrico

AUC. MEREU Antonio

Ard. QUARANTA Ant. f DMB

Ard. ARRU Giuseppe

Ard. ROSSI Renzo

cap. BAZZOLA Antonio

Ard. SERRA Antonio

Ard. BENEDETTO T. f DRA

Ard. SPINACI Sergio

cap.magg. CASELLI Nello

Ard. SPINA Aurelio

Ard. CONTI Antonio

cap. TARQUINI Edoardo

Ard. CAMPOLONGO Michele

Ard. TOTI Bruno

cap. DEILI Aldo DMB

Ard. VEDOVATO Mille

cap.magg. EVANGELISTA Giovanni

Ard. ZAPPA Mauro

Ard. FIDANI Mauro

cap. FONTANA Cesare

Ard. FORABOSCO Luciano

Ard. FACCINI Egisto

cap. NICOLODI Fulvio

Ard. GRANATA Mario

Ard. GUARISCO G. Battista

Ard. GIUSTI Giuseppe

Ard. GIAMMATTEI Sandro

Ard. GIRO’ Giuseppe

Ard. GENTA Giuseppe DCG

Ard. GIANNONE Raffaele

Ard. INNOCENTI Viguardo

LAMANNA Bruno

Ard. LOCCHI Alvaro

cap.magg. MONTINI Elio DCG

Ard. MINUCCI Fiorenzo

Cap. MASSARI Gualtiero

Ard. NASCENA Gildo

Ard. MESSORI Adelmo

Ard. MIRONE Francesco

Ard. MARCON Luigi f DCG

Ard. NUNZIANTE Alfonso

Ard. NANNUCCI Daniele

Ard. NELLI Nello

cap. OLIVA Leonardo

cap.magg. PIERRI Giuseppe

Ard. PEREGO Baldassarre

Ard. PICCIOLI Renzo

Ard. PRIGIOTTI Franco

Ard. PONTARI Oscar

cap.magg. PESCOSTA Fortunato

Ard. PETRACCHI Gastone

Ard. PEZZOTTI Pietro

Ard. BELFIGLIO Mario

cap.magg. RIZZOTTA Giordano

cap.magg. CAPPELLO Antonio

Ard. RESTUCCIA Carmelo

Ard. CONTI Adolfo

Ard. SAMBUGARO Lino

cap.magg. DEL CURATOLO N.

Ard. STANIZZO Gius. f. DCG

Ard. DENTI Erminio

Ard. SAINI Virgilio

Ten. TURUS Guido

Ard. TAGLIERCIO Giuseppe

S.Ten. PACINI Mario

cap.magg VOLPINI Valerio

Serg.Magg. CANDEAGO Antonio

Ard. VENTRICELLI Giuseppe

Serg.Magg. BARBERIS Aldo

Ard. UBOLDI Luigi DCG

Serg.Magg. ALEMANNO Vittorio

Carta topografica della zona

 

 

Grafico della Battaglia

 Torna inizio pagina

Foto Monte Casale

Torna Home Page